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29.08.2014 - Lavoro News # 10 - L'occupazione in Campania: i dati Istat del 2° trimestre 2014


Nel secondo trimestre 2014 l’occupazione cala in Campania di circa 2.400 unità rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il dato tendenziale (pari al -0,1%) della Campania è identico a quello nazionale ma meno negativo di quello del Mezzogiorno che nello stesso periodo perde circa 90.000 unità pari all’1,5%. In Campania è la componente femminile a registrare valori negativi (meno 13.300 unità circa pari al -2,5%), invertendo una tendenza positiva che era iniziata nel 2011, a fronte dell’incremento degli occupati maschi (più 11.900 unità circa pari al 1,1%). A seguito di questo mutato andamento delle due componenti la quota di occupate sul totale è passata in Campania dal 35,5% (II° trim. 2013) al 34,7%. Nel Mezzogiorno sono diminuiti gli occupati di entrambe le componenti, in Italia invece gli occupati maschi sono rimasti invariati e la contrazione delle occupate femmine è stata più contenuta di quella della Campania.

L’analisi dei dati riferita ai settori produttivi mostra che a determinate il calo occupazionale è stato esclusivamente il settore del Commercio, alberghi e ristoranti (con una perdita di circa 22.000 unità pari al 5,9%), mentre incrementano il numero di occupati tutti gli altri settori. In netta controtendenza con la crisi che da anni lo investe, il settore delle Costruzioni è quello che fa registrare l’incremento maggiore con circa 12.300 unità in più (pari a ben il 10,9%), seguito dall’Agricoltura con 5.600 unità in più (pari al 9,4%), mentre incrementi decisamente più contenuti si registrano per il settore degli Altri servizi (circa 1.000 unità) e per l’Industria in senso stretto (circa 700 unità).

Le persone in cerca di occupazione diminuiscono per la prima volta dopo anni di continui incrementi e in controtendenza rispetto sia al Mezzogiorno sia all’Italia dove invece continuano ad incrementarsi, sebbene in misura decisamente più contenuta rispetto agli anni precedenti. In Campania, in particolare, è soprattutto la componente maschile dell’offerta a far registrare i decrementi maggiori, mentre nel Mezzogiorno e in Italia alla lieve contrazione dei disoccupati maschi si contrappone l’incremento più sostenuto delle disoccupate femmine.Scarica la nota in allegato per maggiori approfondimenti.

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