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Mutamenti e strategie di difesa dalla crisi

L'arlas ha pubblicato il Rapporto 2012 sul mercato del lavoro in Campania.

La struttura del mercato del lavoro, sebbene ridimensionata, si presenta agli effetti della crisi con una tenuta delle proprie componenti più forti che resistono alla fase negativa, mettendo in atto strategie difensive di razionalizzazione e di contenimento delle perdite.
Ne sono testimonianza la tenuta dell’occupazione dipendente, che ha bilanciato le perdite di occupazione a orario pieno e stabile con l’incremento di quelle part time e a tempo determinato senza modificare sostanzialmente il peso delle rispettive componenti. I settori che perdono maggiormente occupazione sono il commercio, l’agricoltura e le costruzioni mentre il settore dei servizi, escluso il commercio, è l’unico che cresce. Perde occupati anche l’industria ma solo nell’occupazione indipendente e aumenta, anche se lievemente, la quota delle donne occupate sul totale.
Gli effetti sull’offerta di lavoro si traducono in un aumento del tasso di disoccupazione e in un aumento del tasso di attività che segnala una ripresa della partecipazione al mercato del lavoro dopo anni nei quali l’effetto scoraggiamento è stato dominante.
In questo contesto le dinamiche del mercato del lavoro registrate dai flussi di ingresso e uscita tratte dalle comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro sui rapporti di lavoro dipendente, mostrano una situazione dinamica e variegata, che arricchisce il quadro statico e unidimensionale che emerge dalle statistiche ufficiali.
Dentro l’occupazione si muove un volume di relazioni e di eventi sul lavoro il cui livello non è affatto inferiore ai valori registrati in molte regioni del Centro Nord che, al contrario della Campania, sono dotate di una struttura occupazionale più consistente.
L’entità e la dinamicità di questi movimenti contrasta con la rappresentazione di un mercato del lavoro nel quale la domanda è bloccata, la disoccupazione nasconde lavoro nero e l’offerta di lavoro è scoraggiata e  passiva.
Ma soprattutto l’analisi dei movimenti del mercato del lavoro ci dice che esiste un tessuto di piccole e medie imprese che produce occasioni di lavoro, molte di più di quelle immaginabili, sebbene ad esse non corrispondano significativi incrementi degli stock di occupati e sebbene solo una parte minoritaria riguardi posizioni di lavoro stabili e di lunga durata.
Ogni anno in Campania i flussi di ingresso e uscita dal mercato del lavoro (assunzioni e cessazioni) ammontano a circa 1.400.000 episodi. L’osservazione di questi flussi consente di entrare in un dettaglio informativo delle posizioni di lavoro dipendente e di altre forme contrattuali analizzandone dinamiche e caratteristiche che altre fonti non consentono.

 

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