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04.03.2014 - Lavoro News # 8 - L'occupazione in Campania: i dati Istat del 4° trimestre 2013

Il primo fenomeno da evidenziare per il quarto trimestre del 2013 è il decremento degli occupati, rispetto al trimestre corrispondente del 2012, nella misura del 2,1% (pari a 34.000 unità circa). Il dato, in linea col peggioramento complessivo, mostra un valore poco maggiore di quello fatto registrare in Italia (meno 1,7%), ma molto meno negativo di quello riferito al Mezzogiorno (meno 4,7%). In particolare, in Campania, è stata la componente maschile (meno 29.000 unità circa) a determinare il decremento, a fronte di quello più contenuto delle occupate femmine (meno 5.000 unità circa). Infatti la quota di occupate sul totale è passata dal 35,7% (IV° trim 2012) al 36,2%, valore tra i più elevati mai registrati in precedenza. Il confronto con i dati dell’Italia e del Mezzogiorno mostra infine che, mentre la componente maschile rispecchia l’andamento già evidenziato dal totale degli occupati, per quella femminile il decremento non solo è inferiore a quello del Mezzogiorno ma anche a quello dell’Italia.

L’andamento dell’occupazione per settori di attività economica mostra differenze notevoli. Mentre l’occupazione è aumentata considerevolmente nell’agricoltura (21.000 unità circa, pari al 37,7%) e nell’industria in senso stretto (4.000 unità circa, pari all’1,6%) a fronte dei decrementi fatti registrare in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno, si è invece contratta più che altrove nel settore dei servizi esclusi il commercio, alberghi e ristoranti (meno 49.000 unità circa, pari al 5,7%). Questi ultimi, commercio ecc., fanno invece registrare un decremento più contenuto che altrove. Permane la situazione critica del settore delle costruzioni per il quale si osserva però una contrazione più contenuta di quelle evidenziate nei trimestri precedenti pari a circa 7.000 unità.

La contrazione degli occupati è da attribuirsi interamente al calo degli occupati dipendenti (meno 34.000 unità circa pari al 2,8%), mentre quelli indipendenti sono rimasti stazionari.  Ancora una volta il dato della Campania, per i dipendenti,  è di poco superiore a quello dell’Italia (meno 2,1%), ma di gran lunga inferiore al dato fatto registrare dal Mezzogiorno (meno 5,2%). Per gli occupati indipendenti, invece, il dato della Campania è il solo positivo.

Il tasso di occupazione diminuisce di 0,8 punti percentuali in linea col dato italiano, ma in maniera più contenuta rispetto al Mezzogiorno (meno 1,8 punti percentuali). E’ soprattutto la componente maschile a determinarlo, mentre incide in modo più contenuto il decremento del tasso di occupazione femminile.

Le persone in cerca di occupazione  in Campania si contraggono a fronte degli incrementi che si registrano nelle altre aree del Paese. Ciò è dovuto essenzialmente alla contrazione della componente femminile, mentre i disoccupati maschi aumentano seppure in misura ridotta. Ne consegue che il tasso di disoccupazione aumenta solo di 0,1 punti percentuali, passando dal 21,1% al 21,2%.

Gli inattivi in età lavorativa aumentano dappertutto. In particolare, in Campania come nel resto del Paese aumentano sia le persone che cercano lavoro non attivamente sia quelle che pur non cercandolo si dichiarano disponibili a lavorare (categorie queste ultime tutte incluse nella popolazione non attiva).

Infine il tasso di attività, per effetto della simultanea contrazione sia degli occupati sia dei disoccupati, fa registrare un decremento di 0,9 punti percentuali (dal 51,9% al 51,0%), in linea col dato del Mezzogiorno (dal 53,6% al 52,7%), ma superiore a quello dell’Italia che si contrae solo di 0,2 punti percentuali (dal 64,1% al 63,9%).

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