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28.11.2014 - Lavoro News # 11 - L'occupazione in Campania: i dati Istat del 3° trimestre 2014


Il primo dato da evidenziare per il terzo trimestre del 2014 è il decremento, seppur lieve, degli occupati rispetto al trimestre corrispondente del 2013 (circa 7.900 unità in meno, pari allo 0,5%). Analogo andamento registra l’occupazione nel Mezzogiorno con una contrazione di circa 23.000 unità, pari allo 0,4%. Il dato relativo all’Italia mostra, invece, un incremento di circa 122.000 unità pari allo  0,5%. In particolare, in Campania è stata esclusivamente la componente femminile a determinare il decremento (meno 14..800 unità circa), malgrado l’aumento di quella maschile di circa 6.800 unità. Il risultato di questi andamenti opposti ha fatto sì che la quota di occupate sul totale sia passata dal 35,3% (III° trim. 2013) al 34,6%. Nel Mezzogiorno e in Italia, invece, gli andamenti sono stati dello stesso segno per entrambe le componenti. 

L’occupazione in Campania è aumentata nel settore dell’Industria in senso stretto (circa 8.200 unità), in quello dell’Agricoltura (circa 4.900 unità) e, soprattutto, in quello delle Costruzioni (circa 9.600 unità), invertendo un trend negativo costante da inizio crisi.E' invece diminuita soprattutto nel settore degli Altri Servizi (circa 26.000 unità) e in  quello del Commercio, alberghi e ristoranti (circa 4.700 unità) mentre

Il decremento degli occupati in Campania è stato tutto determinato dagli occupati indipendenti (circa 16.200 unità in meno), mentre gli occupati dipendenti sono aumentati di circa 8.200 unità. Anche nel Mezzogiorno e in Italia sono diminuiti solo gli occupati indipendenti, ma in Italia gli aumenti della componente degli occupati dipendenti è stata tale da produrre, come già osservato, un incremento assoluto dell’occupazione.

Le persone in cerca di occupazione diminuiscono in Campania per effetto della contrazione non irrilevante della componente maschile, mentre è in aumento quella femminile Nelle altre aree del Paese, invece, gli incrementi sono generalizzati. La componente femminile dell’offerta è comunque quella che fa registrare gli incrementi maggiori.

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